Come noi PAS possiamo lasciar andare il perfezionismo e lottare per l'eccellenza.

Il perfezionismo è, per la mia ansia, come il carburante degli aerei. Ma cosa succede se i PAS provano a trasformarlo in qualcosa che è effettivamente salutare?

In quanto persona altamente sensibile (PAS) e scrittrice, mi occupo personalmente di combattere il perfezionismo sul lavoro e nel tempo libero. Mi sono detta spesso: "Se questo articolo/poesia/storia esce bene senza errori, sarò degna del successo e degli elogi che ricevo dagli altri".

Quando lo faccio, sto esercitando molta pressione su me stessa e imposto le mie aspettative a livelli vertiginosi che non potranno mai essere raggiunti. Questo pesa sulla mia ansia e diventa estenuante, facendomi più male che bene.

Allora perché mi affido così tanto al perfezionismo?

Il perfezionismo è un'aspettativa predeterminata che ci porta a pensare che non possiamo mai commettere errori o essere imperfetti.

Al contrario, mentre lottare per l'eccellenza può aiutarti a raggiungere gli obiettivi e mantenerti motivato, il perfezionismo è l'opposto di questo. È un meccanismo di coping malsano che non ti consente di produrre il tuo miglior lavoro.

I PAS spesso trovano uno pseudo-comfort nel perfezionismo come un modo per controllare i sentimenti di ansia e paura. Non permettendo che accadano errori e cercando solo la perfezione, è facile sentirsi protetti da quelle emozioni negative e indesiderate che derivano dal deludere noi stessi o gli altri. (E dal momento che siamo così empatici, non ci piace deludere gli altri!).

In questo articolo, discuteremo di come e perché il perfezionismo ci colpisce e di come una semplice riformulazione verso la ricerca dell'eccellenza può aiutarci a superare errori e imperfezioni e realizzare grandi cose.

Cos'è il perfezionismo per noi PAS.

Noi PAS viviamo le emozioni in modo più profondo, siano esse buone o cattive.

Non c’è da meravigliarsi se noi PAS tendiamo ad evitare le emozioni negative a tutti i costi. E puntare alla perfezione sembra aiutarci a farlo. In realtà, il perfezionismo si radica nella paura.

Come perfezionisti, ci convinciamo che qualcosa di “meno che perfetto” non è abbastanza buono e che fallire non è un'opzione. E se falliamo, ci identifichiamo rapidamente come “falliti” – e pensiamo, di conseguenza, che gli altri rimarranno delusi da noi.

Noi PAS non solo sentiamo tutto più profondamente, ma ci preoccupiamo molto del lavoro che svolgiamo - il nostro senso del dovere è per noi importante. Ecco perché è facile per noi collegare la nostra autostima al nostro lavoro, alla quantità di lavoro che produciamo e al nostro livello di capacità. Da qui nasce la convinzione che qualsiasi errore commesso lungo la strada sia il risultato della nostra “indegnità”.

Ecco alcuni segnali che indicano che potresti essere un PAS perfezionista:

- ossessione per gli errori

- stabilire standard non realistici

- temere il fallimento

- preoccuparsi costantemente di deludere gli altri

- cercare di controllare il risultato

- pensare troppo e procrastinare

Per aiutarci a capire la nostra relazione personale con il perfezionismo, diamo un'occhiata a due diversi tipi di perfezionismo.

2 diversi tipi di perfezionismo.

Qual è la causa principale del tuo perfezionismo?

È importante sapere dove ti trovi in questo "spettro del perfezionismo", poiché questo crea un confine tra la ricerca della perfezione per compiacere gli altri e/o il perché ci sforziamo di fare del nostro meglio.

Qui, suddividiamo il perfezionismo in due diverse tipologie:

- i perfezionisti “socialmente” guidati che possono essere molto autocritici. Fanno pressione su se stessi per paura di deludere gli altri (famiglia, amici, colleghi, ecc.) e si preoccupano del fatto che se non riescono a soddisfare determinate aspettative, potrebbero essere respinti. I loro obiettivi guidati si basano fortemente sull'ottenere l'approvazione degli altri.

- i perfezionisti egocentrici che sono consapevoli degli standard elevati che si sono prefissati. Le loro azioni si basano sulla spinta personale, con obiettivi realistici, che lasciano spazio alla flessibilità e all'adattamento. Sono motivati positivamente, organizzati e assertivi in ciò che vogliono.

Mentre lottare per il perfezionismo come obiettivo finale non è salutare, avere standard elevati è del tutto ragionevole. Comprendendo la motivazione principale del tuo perfezionismo, puoi decidere se il tuo bisogno di perfezionismo sta lavorando a favore o contro di te.

Quando il perfezionismo è causato dal nostro bisogno di compiacere gli altri o nasconderci dietro convinzioni negative su noi stessi, questo tipo di perfezionismo può soltanto che danneggiare. Quindi, come possiamo, come PAS, riformulare il perfezionismo in un modo che ci aiuti a lottare per l'eccellenza, in modo da poterci sentire più motivati e sicuri di realizzare grandi cose, lasciando andare lungo la strada gli errori che commettiamo?

Di seguito sono riportati alcuni suggerimenti utili su come riconoscere e combattere il perfezionismo.

5 consigli per combattere il perfezionismo e puntare all'eccellenza.

1. Guarda gli errori sotto una luce diversa.

Invece di rimproverarti per errori e imperfezioni, guardali come opportunità e momenti di insegnamento. Fanno parte del viaggio verso il tuo successo e i tuoi obiettivi.

Ad esempio, puoi provare a dire a te stesso questa frase: "Sono entusiasta di commettere errori!". Questo può aiutarti a riformulare gli errori come segno che stai facendo un duro lavoro e ti stai avvicinando al raggiungimento dell'eccellenza, piuttosto che considerarli come un segno di fallimento.

Quando continui coraggiosamente nel tuo lavoro e quindi ti dimostri propenso all’azione, nonostante la possibilità di commettere un errore, ti avvicini passo passo al raggiungimento di qualcosa di cui sei veramente orgoglioso.

Accettare gli errori lungo la strada e ripartire da quelli per andare avanti, non rappresenta nient’altro che un’opportunità di crescita in ciò che stiamo facendo.

Dopotutto, il modo più semplice per non sbagliare è non fare nulla.

2. Non temere il fallimento: abbraccialo. 

Sì, il fallimento fa paura, ma non dobbiamo temerlo.

Il fallimento non ci rende meno della persona che siamo. Un modo per avere meno paura del fallimento è essere proattivi assumendo il controllo di ciò che puoi controllare e lasciando andare ciò che è al di fuori del tuo controllo.

Ad esempio, al lavoro, potresti chiedere in modo proattivo a un collega di lavoro, o al tuo manager, il loro contributo sul tuo ultimo progetto per vedere come puoi migliorarlo, piuttosto che aspettare che la revisione del tuo lavoro riceva un feedback.

Chiedendo in modo proattivo un feedback, ti stai dando l’opportunità di dimostrarti attivo nell’apportare migliorie nel tuo lavoro, piuttosto che aspettare l'approvazione degli altri.

3. Stabilisci obiettivi realistici e suddividili in micropassi. 

Se sei un PAS di successo (come molti di noi lo sono), puoi tranquillamente mirare alla luna, ma ricordati di non aver paura di indugiare tra le stelle lungo la tua strada.

Quando pensiamo al “quadro completo”, tendiamo a farci sopraffare dal desiderio che il risultato finale sia perfetto. Invece, proviamo a fare passi più piccoli e realistici verso l’obiettivo finale, che possano aiutarci a raggiungerlo in un modo più sano e pratico.

Un altro ottimo approccio per raggiungere obiettivi più grandi è quello di scomporli in micropassi, che possono aiutare a ridurre la sensazione di sopraffazione mentre lavori per raggiungere obiettivi più grandi. I PAS tendono comunque a preferire il “single-tasking”, e questa è un'idea simile.

Ad esempio, se hai da scrivere un articolo in scadenza entro la fine del mese, crea uno schema settimanale in modo da sapere quando terminare ogni paragrafo. Quindi, lavora su ogni paragrafo senza concentrare la tua attenzione sulla data di scadenza finale.

4. Sii gentile e tollerante con te stesso. 

Sperimentando cose nuove, è normale che commetteremo spesso degli errori. È importante però essere tolleranti e perdonarci ogni volta che questi errori si presenteranno: ricorda, da questi impariamo, e non vanno quindi considerati come un segno di fallimento.

Sii gentile e concediti spazio per imparare, crescere e vivere queste esperienze. In fin dei conti sei umano. Puoi anche annotarti ciò che hai imparato dai fallimenti e scrivere un diario su come poter procedere in futuro. Inoltre, a volte allontanarsi dal progetto può darci la giusta prospettiva e la giusta carica una volta che decidiamo di riprenderlo in mano.

5. Ricorda: non esiste nulla di "perfetto". 

In giapponese, la parola "kintsukuroi" si riferisce alla riparazione con l’oro di crepe rotte nella ceramica e alla conclusione che l'oggetto è più bello proprio per la sua imperfezione.

Allo stesso modo, dobbiamo ricordare che le cose non saranno mai perfette. Ed è naturale così! Nulla nasce dalla noiosa natura del perfezionismo. Siamo unici a causa degli errori che commettiamo e di come ci evolviamo da essi. Quindi “guarda le tue crepe” e abbracciale!

Riformulando il perfezionismo, puoi raggiungere meglio l'eccellenza

Accettare e amare la persona che sei può aiutarti a combattere il perfezionismo cercando invece l'eccellenza. Riformulando il perfezionismo, ci apriamo al raggiungimento dell'eccellenza.

Laddove il perfezionismo tende a trattenerci dal nostro più grande potenziale grazie alla paura, la ricerca dell'eccellenza ci garantisce la flessibilità per commettere errori e fallire, e il coraggio di rialzarci e riprovare.

Abbraccia la bellezza delle imperfezioni che altro non fa che dimostrare la persona unica che sei, e ti garantisco che ti vedrai fiorire e progredire in modi inimmaginabili, usando a tuo vantaggio lungo la tua strada i tuoi tratti PAS.

Source : highlysensitiverefuge di ALAINA D’ALTORIO.

Brainus S.H.P.K